Il Grande Squalo Bianco

 1.  Grande Squalo Bianco o squalo bianco?

 2.  Il Grande Squalo Bianco: lo squalo superlativo

 3.  Chiave per l'identificazione del Grande Squalo Bianco

 4.  Riconoscimento del Grande Squalo Bianco

 5.  Classificazione

 6.  Etimologia

 7.  Evoluzione

 8.  Misure

 9.  Gli organi di senso

10. La pelle

11. La rete mirabile

12. Riproduzione

13. Denti

14. Dieta

15. Habitat

16. Distribuzione

17. Presenze

18. Strategie predatorie

19. Comportamenti di competizione intraspecifica e interspecifica

20. Predatori

21. Pericolo per gli esseri umani

22. Nomi regionali e locali italiani

23. Nomi comuni in altre lingue

24. Ecoturismo

25. Protezione

26. Raccolta dati e schede per la segnalazione avvistamenti

27. La più leggendaria delle creature

 

 

 

1. Grande Squalo Bianco o squalo bianco?

 

Qual è il nome giusto di Carcharodon carcharias?

In italiano, il nome corretto è certamente squalo bianco, scritto minuscolo come vuole l’ortografia della nostra lingua per i nomi di animali, anche se non è raro che venga chiamato grande squalo bianco traducendolo letteralmente  dall'inglese Great White Shark.

In inglese viene chiamato White Shark, o appunto, Great White Shark, oltre che con un’infinità di altri nomi folcloristici.

La maggior parte degi scienziati sembra comunque preferire “White Shark” considerando che non esiste una specie di squalo bianco “più grande” o una “minore”, con cui possa essere confuso, c'è solo una specie: lo squalo bianco.

Nel mondo però, la maggioranza delle persone predilige chiamarlo “Great White Shark” o “Great White” per sottolineare la sua grandezza, potenza, pericolosità, e perché no, fascino e carisma.

Personalmente dopo avere avuto il privilegio di incontrarlo sott’acqua, e averne ammirato la bellezza, la forza e le possenti forme idrodinamiche, indiscutibilmente preferisco chiamarlo Grande Squalo Bianco.

Non sarà forse corretto per le leggi dell’ortografia, ma lo è certamente per il rispetto che questo straordinario e maestoso predatore merita.

 

 

Il Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

2. Il Grande Squalo Bianco: lo squalo superlativo

Carcharodon carcharias

Linnaeus, 1758

dal greco kάrkhαros, aguzzo, odón, dente, kαrkhαrίαs, pescecane

 

Con una lunghezza che può raggiungere e probabilmente superare 7,00 metri, capace di cacciare pesci spada, delfini, altri squali, leoni marini, avventandosi sulle prede di sorpresa e spiccando balzi fuor dall'acqua a grande velocità, il Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias) è da 11 milioni di anni il predatore per eccellenza.

 

 

Il Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Illustrazione di Vittorio Gabriotti (disegno all'acquarello e penna a china)

 

L’uomo è sempre stato affascinato dagli squali, soggetti fantastici di leggende e miti, oggetto di culto, simboli ed emblemi delle civiltà più antiche, protagonisti, a volte, anche di eventi drammatici e sanguinosi.

Dopo che lupi, leoni, tigri e ogni altro tipo di animale feroce, sono stati imprigionati e sterminati e hanno perso nel nostro inconscio la loro carica di misterioso terrore, il Grande Squalo Bianco è rimasto l'ultimo grande oscuro predatore degli oceani, simbolo di tutti i nostri orrori e delle nostre paure.

Quando lo si vede da vicino per la prima volta si capisce subito perché il suo nome più diffuso è Great White Shark e non più semplicemente White Shark, con l'aggettivo "grande" che diventa parte integrante del suo nome a testimonianza della sua possenza.

Non è il mostro crudele che si avventa con ferocia su tutto quello che incontra come è stato raffigurato dalla cinematografia catastrofica hollywoodiana, e quindi così trasferito nell'immaginario collettivo, ma un animale cauto ed estremamente intelligente, che studia con attenzione le sue possibili prede e valuta attentamente i rischi che corre nello sferrare un attacco.

Durante le nostre immersioni nel sud dell'Australia, abbiamo osservato numerosi squali dai 3,50 fino ai 5,50 metri, sia maschi che femmine, e abbiamo potuto constatare che ogni singolo squalo ha un proprio preciso carattere e che gli attacchi hanno nella maggior parte dei casi dei comportamenti simili di approccio e studio della preda, ma poi sono l'esperienza, la cautela o la temerarietà, la conoscenza della propria forza e la consapevolezza delle proprie capacità che rendono unico ognuno di questi animali, facendo scattare improvvisamente l'imprevedibile fulmineo assalto finale.

Chi come noi abbia fatto l'esperienza delle gabbie australiane, e quindi abbia visto una femmina di oltre cinque metri di lunghezza e del peso presumibile di due tonnellate strappare dall'esca con estrema precisione morsi da quaranta chili l'uno, chi abbia visto uno di questi squali avanzare sicuro e deciso verso la gabbia, spalancando una bocca con un’apertura di 80 centimetri, la mascella e la mandibola irte di file di denti triangolari seghettati, taglienti come rasoi affilati, sa benissimo che in acque libere è assolutamente impensabile qualsiasi difesa da un attacco proveniente da un simile animale. Fortunatamente, l'uomo non fa parte della dieta usuale del Grande Squalo Bianco, e gli attacchi compiuti nei nostri confronti sono solo da considerarsi come accidentali, frutto di errori di valutazione o del caso. Anche l’atteggiamento di questo predatore nei confronti degli esseri umani immersi senza protezione, in condizioni normali, è raramente aggressivo e per lo più di incuriosita investigazione: sta all’uomo trasmettere il messaggio che non si tratta di una possibile preda abituale.

 Godiamoci comunque sempre in sicurezza l’esperienza eccitante, intensa, unica ed esaltante dell’incontro con questo splendido selvaggio del mare, la serberemo in un luogo speciale della nostra memoria per tutta la vita.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

3. Chiave per l'identificazione del Grande Squalo Bianco

 

Per poter identificare un Grande Squalo Bianco è necessario osservare e riconoscere la presenza delle seguenti caratteristiche:

 

Esaminare la forma del corpo:

Forma del corpo Þ Affusolato

 

Osservare la posizione della bocca:

Origine della bocca Þ Dietro gli occhi

 

Osservare la presenza della la pinna anale:

Pinna anale Þ Presente

 

Osservare il numero delle pinne dorsali:

Pinne dorsali Þ Numero 2

 

Esaminare le fessure branchiali:

Fessure branchiali Þ Numero 5

 

Osservare l’occhio: presenza o assenza della membrana nittitante?

Membrana nittitante Þ Assente

 

ß

 

Ordine Lamniformes

 (comprende 7 famiglie: Alopiidae, Cetorhinidae, Lamnidae, Megachasmidae, Mitsukurinidae, Odontaspididae, Pseudocarchariidae)

 

ß

 

Osservare la forma della coda:

Pinna caudale lunata, pressoché simmetrica

 

ß

 

Osservare la bocca:

La bocca è grande e arcuata, munita di denti triangolari robusti diritti

 

ß

 

Famiglia Lamnidae

 (comprende 3 generi per un totale di 5 specie: Carcharodon carcharias, Isurus oxyrinchus, Isurus paucus, Lamna ditropis, Lamna nasus)

 

ß

 

Osservare la presenza di questi caratteri:

Bocca con denti triangolari robusti, appiattiti, con bordo seghettato, ad un’unica cuspide.

Muso grande e conico, prima pinna dorsale grande con il margine anteriore arcuato e pinne pettorali lunghe e falcate.

Peduncolo caudale sottile con una sola carena laterale molto evidente, che si prolunga fin sulla pinna caudale

 

ß

 

Carcharodon carcharias

 

 

 

Il Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias), prodigioso nuotatore, presenta la caratteristica di avere un peduncolo caudale sottile, molto depresso in senso dorso-ventrale, generante grosse e robuste carene laterali.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

4. Riconoscimento del Grande Squalo Bianco

 

punto elenco

Corpo massiccio, affusolato con il muso grande e conico, peduncolo caudale sottile, molto depresso in senso dorso-ventrale in modo da generare grosse e robuste carene laterali e fossette precaudali.

punto elenco

Cinque paia di fessure branchiali lunghe, estese a circa 2/3 di profondità della gola, cui l’ultima, più lunga si estende inclinata sul margine anteriore della pinna pettorale.

punto elenco

La bocca è ampia e arcuata, munita di denti molto grandi relativamente poco numerosi. I superiori sono triangolari diritti e seghettati ad un’unica cuspide, gli inferiori sono simili ma leggermente più stretti e slanciati.

punto elenco

Le narici sono collocate sul muso in posizione latero-ventrale.

punto elenco

Gli spiracoli sono minuscoli, posti approssimativamente ad un altezza di poco al di sopra dell'occhio e sull'allineamento del margine posteriore della bocca, visibili osservando attentamente solo da molto vicino e possono essere anche del tutto assenti.

punto elenco

Prima pinna dorsale molto grande con origine sull’allineamento del margine posteriore delle pinne pettorali, con il margine anteriore arcuato.

punto elenco

Seconda pinna dorsale piccola.

punto elenco

Pinna anale di dimensioni simili alla seconda dorsale con origine sull'allineamento del margine posteriore di quest'ultima.

punto elenco

Pinna caudale lunata, simmetrica, con il lobo inferiore grande quasi quanto quello superiore (al contrario di quella della maggior parte degli altri squali che è generalmente fortemente asimmetrica).

punto elenco

Pinne pettorali lunghe, ampie e falcate.

punto elenco

Pinne ventrali piccole.

punto elenco

Occhi scuri abbastanza grandi privi di membrana nittitante.

punto elenco

Colorazione: superiormente grigio scuro, grigio-bruno o talvolta plumbeo con riflessi blu o metallici, inferiormente bianco.

punto elenco

Delimitazione marcata e frastagliata fra la superficie superiore scura e quella inferiore chiara; è presente una macchia scura lungo il corpo, in prossimità dell'attaccatura della pinne pettorali. Il lato inferiore delle pinne pettorali presenta una caratteristica macchia scura sull’estremità. Il margine anteriore del lobo inferiore della pinna caudale presenta una zona chiara.

punto elenco

Distinzione tra i sessi: i maschi sono facilmente distinguibili per la presenza degli pterigopodi, ossia degli organi copulatori, due appendici cilindro-coniche che si dipartono dal lato interno della base delle pinne pelviche.

punto elenco

La pelle, estremamente liscia al tatto, è rivestita da scaglie placoidi, i cosiddetti denticoli dermici, di forma tricarenata e appiattita con la funzione di migliorare enormemente l'efficacia idrodinamica.

 

 

Nomenclatura delle principali parti del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle caratteristiche anatomiche principali per il riconoscimento del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle caratteristiche della colorazione per il riconoscimento del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

5. Classificazione

 

La classificazione delle 479 specie di squali attualmente conosciute, è tutt'oggi oggetto di continua revisione da parte degli ittiologi sulla base di nuove scoperte, o di differenti interpretazioni, che rendono necessarie frequenti variazioni o aggiornamenti. Carcharodon carcharias, viene classificato come di seguito indicato:

 
punto elenco

Regno: Animale

punto elenco

Phylum: Chordata

punto elenco

Subphylum: Vertebrata

punto elenco

Classe: Chondrichthyes

punto elenco

Sottoclasse: Elasmobranchii

punto elenco

Superordine: Selachimorpha

punto elenco

Ordine: Lamniformes

punto elenco

Famiglia: Lamnidae

punto elenco

Genere: Carcharodon

punto elenco

Specie: Carcharodon carcharias

 

Venne classificato scientificamente per la prima volta dal naturalista svedese Carl von Linné (italianizzato con il nome di Carlo Linneo) nel 1758 come Squalus carcharias. Successivamente, nel 1838, lo zoologo statunitense di origine svizzera Louis Agassiz lo assegnò al genere Carcharodon.

In seguito fu  ribattezzato numerose volte da altri studiosi che erroneamente lo ridescrissero credendo di trovarsi a che fare con una nuova specie.

 

               
COMPONENTI DELLA FAMIGLIA LAMNIDAE  
               
               
Famiglia     Genere     Specie  
               
               
            Lamna nasus  
            Smeriglio  
      Lamna        
             
            Lamna ditropis  
            Squalo salmone  
               
               
Lamnidae     Carcharodon     Carcharodon carcharias  
        Grande Squalo Bianco  
               
               
            Isurus oxyrinchus  
            Squalo mako dalle pinne corte  
      Isurus        
             
            Isurus paucus  
            Squalo mako dalle pinne lunghe  
               

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

6. Etimologia

 

Il suo nome scientifico Carcharodon carcharias, deriva dal greco kάrkhαros, aguzzo, odón, dente, kαrkhαrίαs, pescecane. In italiano infatti è conosciuto anche con il nome comune di pescecane (in realtà questo nome viene usato genericamente per chiamare indistintamente tutti gli appartenenti alla famiglia Lamnidae). Il nome squalo bianco non fa propriamente riferimento al suo colore principale, che è scuro, ma solo alla sua parte inferiore bianca, anche se ad onor del vero, questa caratteristica è comune alla maggioranza degli squali e a moltissimi pesci ossei.

 

 

Vista ventrale del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

La sua abitudine a torcersi per staccare grandi bocconi dalle prede mette in evidenza il chiarore della sua parte inferiore, questo può aver probabilmente suggerito l'appellativo "bianco" all'interno del suo nome.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

7. Evoluzione

 

I pesci cartilaginei sono apparsi sulla terra oltre 425 milioni di anni fa, e negli ultimi 100 milioni di anni hanno subito modificazioni poco rilevanti. Ciò sta a significare non che gli squali siano animali primitivi e poco evoluti come credono erroneamente alcuni, ma bensì, proprio per il fatto di avere sviluppato già molto tempo addietro caratteristiche anatomiche e morfologiche tali da renderli perfettamente adattati agli ambienti che abitano, e aver praticamente rallentato la loro possibile ulteriore evoluzione in quanto non necessaria,  vanno al contrario considerati a ragione animali altamente evoluti.

Pertanto "anziani", non "primitivi", anzi proprio l'opposto, ossia estremamente evoluti da lungo tempo.

I resti del genere Carcharodon risalgono a oltre 60 milioni di anni, mentre quelli del Grande Squalo Bianco sono presenti già da 11 milioni di anni.

Contrariamente a quanto ritenuto in passato, il più grande squalo esistito, il Carcharodon megalodon, apparso 26 milioni di anni fa, dotato di denti di quasi 18 cm e una di lunghezza di oltre 16 metri, non è il progenitore diretto di Carcharodon carcharias, ma appare ormai certo che le due specie si siano evolute su due strade parallele da un progenitore comune, Cretolamna apenndiculata.

Secondo una delle teorie evolutive più accreditate, il Grande Squalo Bianco potrebbe essersi evoluto partendo da Cretolamna apenndiculata (vissuto tra i 112 e i 50 milioni di anni fa) che si evolse in Isurolamna inflata (vissuto tra i 60 e i 50 milioni di anni fa), dal quale successivamente si evolse Isurus (Macrorhizodus) praecursor, (vissuto tra i 55 e i 34 milioni di anni fa), a cui seguì Isurus (Cosmopolitodus) hastalis, (vissuto tra i 34 e i 24 milioni di anni fa) che diede infine origine a Carcharodon carcharias.

 

 

Linea evolutiva di Carcharodon carcharias.

 

ingrandisci

 

Purtroppo gli scheletri cartilaginei degli squali, al contrario di quelli ossei degli altri animali, non si prestano assolutamente ad una buona fossilizzazione, pertanto i resti a disposizione per gli studi dei paleontologi sono estremamente scarsi. Al contrario è possibile ritrovare quantità enormi di denti, spesso perfettamente conservati anche dopo numerosi milioni di anni.

E' però doveroso ricordare, che se è vero che gli studi volti ad individuare caratteristiche morfologiche e dimensionali basandosi unicamente delle dentature di squali viventi (dai quali pertanto si può sempre valutare la bontà degli esiti) sono estremamente difficili e in ogni caso forniscono risultati molto approssimativi, altrettanto si può immaginare quanto sia l'estrema imprecisione e la grande soggettività dei risultati di studi effettuati utilizzando esclusivamente la forma e le caratteristiche di singoli denti di squali scomparsi da milioni di anni e dei quali non è rimasto praticamente quasi null'altro.

Recenti studi compiuti su fossili rinvenuti in Virginia, negli Stati Uniti, confermerebbero l'estraneità di Carcharodon megalodon nella discendenza diretta che ha generato Carcharodon carcharias.

L'antico progenitore che ha originato il gigantesco Carcharodon megalodon proverrebbe quindi da un differente gruppo, pertanto alcune correnti scientifiche hanno collocato megalodon nel genere Carcharocles anziché nel genere Carcharodon come in origine.

 

 

Linea evolutiva di Carcharodon carcharias e Carcharodon (Carcharocles) megalodon.

 

ingrandisci

 

Lo studio accurato dei denti fossili ha permesso ai paleontologi di scoprire la sostanziale caratteristica per poter formulare queste conclusioni. Si è infatti appurato che sulle cuspidi dei denti di megalodon, inizialmente lisce, nel corso di milioni di anni, abbiano iniziato a formarsi le caratteristiche dentellature (mediamente 20 dentelli per centimetro su denti che potevano arrivare sino a 18 centimetri). Studiando proprio la forma, le dimensioni e la proporzione delle dentellature rispetto alle dimensioni complessive dei singoli denti, si è osservato che queste differiscono sostanzialmente da quelle degli esemplari odierni di Carcharodon carcharias, che presenta denti molto più piccoli con dentellatura decisamente più ampia (mediamente 12 dentelli per centimetro su denti che possono arrivare sino a 5 centimetri).  Per gli scienziati, questa caratteristica particolare non è attribuibile esclusivamente ad una normale evoluzione naturale, bensì esclusivamente ad un progenitore non comune tra le due specie. 

Ciò nonostante, attualmente gli studiosi non dispongono di materiale sufficiente per consentire di dare una risposta certa e definitiva al dibattito Carcharodon-Carcharocles, tuttavia appaiono concordi nel riconoscere in Cretolamna apenndiculata il più probabile antenato di Megalodon, e che quest'ultimo non sia l'antenato diretto di Carcharodon carcharias, ma bensì una sorta di "cugino più anziano". Di conseguenza il candidato migliore come antenato comune è Cretolamna apenndiculata, che può essere considerato ragionevolmente quindi l'anello di congiunzione più probabile.

 

 

Dente fossile di Otodus obliquus (Lamna obliqua), faccia anteriore,

Khouribga, Marocco, 68 - 50 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Otodus obliquus (Lamna obliqua), faccia posteriore,

Khouribga, Marocco, 68 - 50 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Otodus obliquus (Lamna obliqua), su matrice, faccia postreiore,

Khouribga, Marocco, 68 - 50 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Paleocarcharodon orientalis, faccia anteriore,

Khouribga, Marocco, 65 - 45 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Paleocarcharodon orientalis, faccia posteriore,

Khouribga, Marocco, 65 - 45 milioni di anni.

 

 

 

Possibile alternativa per l'origine di Carchrocles auriculatus, (53 -32 milioni di anni):

evoluzione da Otodus obliquus (teoria più accreditata), oppure evoluzione da Paleocharcharodon orientalis.

 

 

Dente fossile di Carcharodon (Carcharocles) megalodon, faccia anteriore,

26 - 1,6 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon (Carcharocles) megalodon, faccia posteriore,

26 - 1,6 milioni di anni.

 

Dente fossile di Carcharodon (Carcharocles) megalodon, faccia anteriore,

26 - 1,6 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon (Carcharocles) megalodon, faccia posteriore,

26 - 1,6 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon (Carcharocles) megalodon, particolare faccia anteriore,

26 - 1,6 milioni di anni.

 

 

Raffronto tra denti fossili di Carcharodon carcharias, 11 milioni di anni,

e Carcharocles (Carcharocles) megalodon, 26 - 1,6 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon carcharias, faccia anteriore,

Antofagasta, Cile, 11 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon carcharias, particolare faccia anteriore,

Antofagasta, Cile, 11 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon carcharias, faccia posteriore,

Antofagasta, Cile, 11 milioni di anni.

 

 

Dente fossile di Carcharodon carcharias, particolare faccia posteriore,

Antofagasta, Cile, 11 milioni di anni.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

8. Misure

 

punto elenco

I piccoli, perfettamente simili agli adulti, alla nascita misurano dai 120 ai 150 centimetri di lunghezza.

punto elenco

La maggior parte degli individui osservati sono compresi tra i 3,50 e i 5,00 metri di lunghezza.

punto elenco

Le dimensioni massime sono alquanto controverse: la lunghezza maggiore conosciuta è almeno 6.6 metri (recenti studi hanno dimostrato che l’esemplare record pescato nelle acque di Malta il 17 aprile 1987 e accreditato inizialmente di una lunghezza di 7,14 metri fosse in realtà stato sovrastimato), ma esemplari di oltre 7 metri sono assolutamente probabili.

punto elenco

Quello che probabilmente è il più grande esemplare mai registrato fu catturato nel 1982 a Dakar in Senegal. Sebbene al ricercatore spagnolo Juan Antonio Moreno non fu data la possibilità di misurarlo precisamente, egli stimò che dovesse oltrepassare la lunghezza di 8 metri. La grande professionalità e serietà, unita alla considerevole esperienza dello studioso, fanno ritenere l'osservazione assolutamente attendibile.

punto elenco

Da studi sull'accrescimento delle vertebre, si presume che possa vivere sino a circa 50 anni.

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle proporzioni del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias) rispetto agli esseri umani.

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle proporzioni della testa del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle proporzioni della prima pinna dorsale e di quelle pettorali del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulla posizione degli occhi e sulle proporzioni della carene laterali del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle posizioni e sulle proporzioni della seconda pinna dorsale e di quella anale del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

Appunti tratti dal Diario di Viaggio di Vittorio Gabriotti sulle proporzioni e sulla forma della pinna caudale del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Disegno di Vittorio Gabriotti

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

9. Gli organi di senso

 

Il Grande Squalo Bianco ha sviluppato raffinati organi di senso:

 

punto elenco

Olfatto: riesce a percepire le impercettibili tracce odorose rilasciate da animali feriti o morti ad enorme distanza, risalendole sino a giungere alla fonte di emissione delle potenziali prede.

punto elenco

Linea laterale: sensibile ai più piccoli cambi di pressione, permette di avvertire le vibrazioni e i cambi di pressione provocati dai corpi in movimento. Animali feriti o in difficoltà, muovendosi scoordinatamente, generano vibrazioni a bassa frequenza riconoscibili dagli squali sino ad una distanza di oltre 250 metri.

punto elenco

Udito: l'orecchio interno degli squali consente di udire i rumori e le vibrazioni sino a oltre 100 metri di distanza, contribuendo a guidarli verso le prede.

punto elenco

Vista: dotati di una vista molto acuta, in grado di distinguere molto bene i colori ed i contrasti, hanno occhi dotati di tapetum lucidum, una struttura in grado di riflettere la luce per aumentare la sensibilità di visione in caso di scarsa illuminazione. Già da 25 metri di distanza utilizza la vista per localizzare la possibile preda. Essendo privo di membrane nittitanti, nell'istante precedente l'attacco ruota gli occhi all'indietro, per difenderli da possibili offese da parte delle sue prede. Sono stati osservati numerose volte squali bianchi uscire con la testa dall'acqua per osservare l'ambiente circostante: ciò lascia supporre che il loro occhio abbia la possibilità di adattarsi parzialmente per consentirgli una sufficiente visione aerea.

punto elenco

Ampolle di Lorenzini: l'organo di elettroricezione caratteristico degli squali, consente di captate i debolissimi campi elettrici emessi dal sistema nervoso delle prede, utilizzato a brevissima distanza negli attacchi, è fondamentale per guidare lo squalo sulla preda, nell'istante in cui è temporaneamente impossibilitato a vedere avendo ruotato gli occhi all'indietro, in caso di acqua torbida o nell'oscurità. Viene anche utilizzato per orientarsi sfruttando il campo magnetico terrestre.

punto elenco

Tatto: il corpo dello squalo è sensibile al tatto, ciò gli è utile per avere ulteriori informazioni sulle sue possibili prede.

punto elenco

Gusto: dalle informazioni trasmessegli dai recettori del gusto posti nella cavità orale lo squalo è in grado di valutare la commestibilità dell'oggetto assaggiato.

 

 

L'occhio del Grande Squalo Bianco essendo privo di membrana nittitante, nell'istante precedente l'attacco ruota all'indietro, per difendersi da possibili offese da parte delle prede.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

10. La pelle

 

La pelle del Grande Squalo Bianco accarezzata dal muso in direzione della coda si rivela sorprendentemente liscia al tatto, ciò in virtù del rivestimento pressoché continuo di scaglie placoidi di cui è dotata che hanno la funzione di ampliare eccezionalmente l’efficacia idrodinamica dell’animale.

Altri squali, al contrario, hanno evoluto scaglie placoidi in base alle loro abitudini di vita passando da una generica di funzione di rivestimento, a una funzione di difesa o di riduzione dell’attrito, che rendono la loro pelle estremamente liscia, ruvida, pungente o addirittura spinosa per adattarla ad un particolare tipo di habitat o come strumento di difesa nei confronti di altri predatori.

Nel passato gli ebanisti, per levigare i mobili pregiati e conferire alle superfici di essenze legnose nobili l’aspetto della seta prima della lucidatura finale, utilizzavano lo zigrino, ossia la pelle essiccata di Lamna nasus il cui nome comune è, non a caso, “Smeriglio” (da cui smerigliare, levigare ecc.).

 

 

Particolare fortemente ingrandito della pelle di Smeriglio Lamna nasus.

 

L’utilizzo della pelle di squalo in realtà è antichissimo, in tutte le epoche e in tutte le culture è stata utilizzata per gli usi più congeniali alle sue caratteristiche: nell’antica Grecia per levigare gli oggetti in legno, mentre in Persia, così come in Giappone i costruttori di spade la usavano per realizzare resistenti foderi e rivestire l’elsa delle spade e renderne l’impugnatura più salda e sicura.

In tempi più recenti la pelle di squalo, conosciuta con il nome di galuchat, elastica, resistentissima e insensibile all’acqua è stata usata per confezionare gli articoli di pelletteria più diversi, scarpe, cinture, borse, portafogli, ma anche cinturini per orologi sportivi e subacquei.

Le scaglie placoidi, dette anche denticoli dermici, se osservate con un fortissimo ingrandimento appaiono composte da una piastra basale costituita da tessuto osseo simile alla dentina che costituisce i denti, fissata al derma per mezzo di fibre connettivali e da un peduncolo che sostiene una spina orientata in direzione dal muso verso la coda formata anch’essa da dentina, ma rivestita da smalto.

 

 

Particolare della sezione di una scaglia placoide o denticolo dermico della lunghezza di 200-250 micron, di cui è ricoperta la pelle di Carcharodon carcharias.

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

Le spine assumono forme differenti a seconda del diverso adattamento evolutivo della specie, con carene, solchi e cuspidi le più diverse: quelle del Grande Squalo Bianco, altamente idrodinamiche, sono di forma tricarenata e appiattita.

 

 

Riproduzione ingrandita circa 500 volte di una scaglia placoide di Carcharodon carcharias, caratterizzata da una forma tricarenata e appiattita.

Modello di Vittorio Gabriotti.

 

 

Vista frontale della riproduzione di una scaglia placoide di Carcharodon carcharias.

Modello di Vittorio Gabriotti.

 

 

Vista laterale della riproduzione di una scaglia placoide di Carcharodon carcharias.

Modello di Vittorio Gabriotti.

 

 

Vista superiore della riproduzione di una scaglia placoide di Carcharodon carcharias.

Modello di Vittorio Gabriotti.

 

Le scaglie placoidi, così come i denti, differiscono significativamente da specie a specie, e persino in uno stesso esemplare a seconda della parte del corpo esaminata. In molte specie addirittura hanno forma e dimensioni diverse negli esemplari maschili e in quelli femminili divenendo in tal modo un carattere significativo per il riconoscimento e lo studio degli squali anche sulla base di piccoli frammenti di pelle.

Tra le numerose funzioni delle scaglie placoidi, certamente la più sorprendente è quella connessa alla riduzione della resistenza idrodinamica. Anche se può apparire a prima vista impensabile che delle strutture che rendono la pelle di uno squalo un sorta di enorme grattugia, ne favoriscano l'efficacia idrodinamica, in realtà studiando matematicamente le dimensioni, la forma e le loro sculture nell’intero complesso, è emerso che esse sono sufficientemente grandi da ridurre la micro turbolenza nello strato d’acqua laminare che fascia e circonda lo squalo mentre esso nuota, ma al tempo stesso, sufficientemente piccole per impedire un considerevole incremento della superficie bagnata. L’azione congiunta di questi effetti incrementano la riduzione della resistenza al nuoto.

Le sorprendenti caratteristiche dei denticoli dermici non si fermano qui: specie pelagiche altamente veloci come Isurus oxyrinchus, sono dotati di scaglie placoidi addirittura in grado di variare il proprio orientamento durante il nuoto mediante la riduzione della piastra basale, in modo da renderle più mobili e pertanto soggette a variare spontaneamente la propria angolazione al variare dell’angolazione della spinta dell’acqua. La peculiarità di variare la loro forma e dimensione in funzione della parte del corpo considerata, viene estremizzata sul margine esterno delle pinne pettorali, dove i denticoli si fanno quasi lisci adattandosi all’esiguo spessore raggiunto qui dallo strato limite dell’acqua, mutandosi ulteriormente sulla parte superiore per favorire la spinta delle pinne verso l’alto.

Le scaglie placoidi assumono anche una rilevante funzione di protezione di altri organi assumendo un ruolo importante nel convogliamento o meno dell’acqua in determinate zone del corpo. Nel caso delle cripte sensitive, quest’ultime sono sempre circondate da due denticoli dermici dalla forma allargata, uno in posizione anteriore, e l’altra in posizione posteriore; la spina superiore si è modificata per convogliare l’acqua verso le cripte accrescendo la loro sensibilità agli stimoli. Allo stesso modo esistono scaglie placoidi che orientano il flusso dell’acqua verso i recettori delle ampolle di Lorenzini, verso la linea laterale, o verso le narici. Esistono anche denticoli dermici che, contrariamente, posti attorno agli occhi hanno la funzione di deviare e quindi ridurre la pressione dell’acqua verso questi organi delicati.

Gli studi e le ricerche effettuate sull'idrodinamica della pelle dei grandi squali veloci, stanno oggi trovando le più diverse applicazioni: da tessuti particolari utilizzati per confezionare costumi da bagno a bassissimo coefficiente d'attrito per le competizioni, a rivestimenti speciali per gli scafi di imbarcazioni da regata, sino alla produzione di strati di materiali altamente aerodinamici per le fusoliere e le ali degli aerei.

 

 

La pelle del Grande Squalo Bianco, estremamente liscia al tatto, è rivestita da scaglie placoidi, i cosiddetti denticoli dermici, di forma tricarenata e appiattita con la funzione di migliorare enormemente l'efficacia idrodinamica.

Vista superiore della riproduzione di una porzione di pelle fortemente ingrandita con l'insieme delle scaglie placoidi che la ricoprono.

Modello di Vittorio Gabriotti.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

11. La rete mirabile

 

Uno dei segreti del Grande Squalo Bianco, comune anche agli altri componenti dell'Ordine Lamniformes, è un meccanismo di conservazione del calore, che gli consente di avere più energia a disposizione e quindi maggior potenza.

Mentre quasi tutti gli squali sono pesci a sangue freddo, ossia eterotermi, i Lamniformes presentano endotermia regionale.

Il sistema è composto da una fascia di muscoli rossi particolarmente sviluppati situati nella parte profonda del corpo, in prossimità della colonna vertebrale, anziché in posizione superficiale come nella maggioranza degli altri squali, strettamente connessi al sistema circolatorio tramite una estesa rete di capillari, detta rete mirabile, che ha la funzione di scambiatore di calore, pertanto durante il nuoto i muscoli rossi utilizzati per il movimento continuo - o nuoto di crociera, riscaldano il sangue.

La circolazione sanguigna particolare, detta circolazione controcorrente, permette al sangue venoso di ricevere calore prima di ritornare al cuore, in modo di mantenere la muscolatura interna ed il cervello progressivamente più caldi.

L'elevato numero di vasi sanguigni è a sua volta correlato alle dimensioni del cuore, più grosso rispetto gli altri squali, e pertanto capace di garantire un maggiore approvvigionamento di ossigeno ai muscoli rossi, proprio per questo più efficienti e in grado di produrre calore.

Questo consente al Grande Squalo Bianco di avere una temperatura corporea mediamente di 4 - 5 °C superiore a quella dell'acqua circostante e sino a 13 - 14 °C a livello dello stomaco. Quest'ultima condizione è fondamentale per poter digerire, e quindi assimilare rapidamente prede altamente energetiche, quando esse sono disponibili in abbondanza.

La possibilità di essere in parte svincolati dalla necessità di doversi trattenere negli strati d'acqua più favorevoli e ai cambiamenti che la temperatura impone alla vita dei pesci, aumenta considerevolmente le loro potenzialità.

La superiore energia generata dal calore rende possibile sprigionare una maggior potenza muscolare per mantenere un nuoto sostenuto più a lungo e con una velocità media di crociera più elevata, effettuare rapidissimi scatti ad alta velocità, sino ad arrivare a compiere prodigiosi salti fuori dall'acqua.

 

 

 

Uno dei segreti del Grande Squalo Bianco, è la rete mirabile, un meccanismo di conservazione del calore, che gli consente di avere più energia a disposizione e quindi maggior potenza.

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

 

 

Temperatura corporea rispetto alla temperatura dell'acqua circostante.

Il maggior sviluppo della muscolatura rossa ai lati della colonna vertebrale e l'elevato numero di vasi sanguigni è correlato alle dimensioni del cuore, più grosso rispetto gli altri squali, capace pertanto di garantire un maggiore approvvigionamento di ossigeno ai muscoli rossi, proprio per questo più efficienti e in grado di produrre calore riscaldando il sangue venoso diretto al cuore. Questo consente al Grande Squalo Bianco di mantenere la muscolatura interna progressivamente più calda, con una temperatura corporea mediamente di 4 - 5 °C superiore a quella dell'acqua circostante e sino a 13 - 14 °C a livello dello stomaco.

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

12. Riproduzione

 

punto elenco

Modo riproduttivo: viviparo aplacentato, con oofagia (gli embrioni si nutrono di uova non fecondate nell'utero materno prodotte appositamente).

punto elenco

Il parto avviene tra la primavera e la tarda estate, si presume preferibilmente in mari temperati.

punto elenco

Età maturità sessuale: maschi 9-10 anni (circa 3,8-4,0 metri), femmine 14-16 anni (circa 4,5-5,0 metri).

punto elenco

Periodo di gestazione presunto: 12-14 mesi.

punto elenco

Numero dei piccoli: 2-14, forse fino a 16-18.

punto elenco

Lunghezza alla nascita: tra i 120 e i 150 centimetri.

 

 

I maschi sono facilmente distinguibili per la presenza dei pterigopodi, ossia degli organi copulatori, due appendici cilindro-coniche che si dipartono dal lato interno della base delle pinne pelviche.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

13. Denti

 

punto elenco

La forma dei denti varia con l'età degli individui: i piccoli hanno i denti simili a quelli degli adulti, ma più aguzzi e sottili e dotati di due minute cuspidi laterali, gli inferiori sono talora coi bordi lisci anziché seghettati. Questi caratteri scompaiono rapidamente con la crescita, ma in modo singolare, in questo stadio, li rendono estremamente simili ai denti di smeriglio Lamna nasus adulto.

punto elenco

I denti degli adulti sono molto grandi, possono infatti giungere a superare i 5 cm, appiattiti, triangolari, con i margini fortemente seghettati. Quelli superiori sono mediamente 26, con una variabilità da 24 a 28, quelli inferiori 22, con una variabilità da 20 a 26.

punto elenco

I superiori e gli inferiori sono molto simili tra loro, con la differenza che quelli inferiori sono leggermente più stretti e slanciati.

punto elenco

I denti presentano una faccia anteriore (ossia il lato rivolto verso l'esterno, detto anche labiale) più appiattita, ed una posteriore (ossia il lato rivolto verso l'interno, detto anche linguale) più bombata.

punto elenco

Gli anteriori, molto grandi, sono seguiti dagli intermedi, leggermente più piccoli, ma meno che negli altri Lamnidi, dai denti laterali e dai posteriori, mano a mano più piccoli. Lungo una medesima arcata mascellare o mandibolare i denti sono sostanzialmente simili, seppure l' inclinazione e la forma tendano a mutare progressivamente verso gli angoli della bocca, via via che diminuiscono le dimensioni dei denti.

punto elenco

I denti inferiori hanno la funzione di fissare e trattenere la presa sulla preda, mentre quelli superiori si abbattono verso il basso per tranciarne via un'abbondante porzione.

punto elenco

Molto frequentemente l'azione di taglio viene agevolata con potenti movimenti di scuotimento della testa da sinistra a destra, conferendo ai denti anche le proprietà di una micidiale sega. Probabilmente è stata proprio questa caratteristica di trattenere saldamente la presa sulla preda dibattendo selvaggiamente il capo come un mastino, che ha fatto valere allo squalo bianco il nome popolare di pescecane, o come viene chiamato in Sicilia, pisci mastinu.

 

 

Vista interna delle mascelle di Carcharodon carcharias custodita dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano,

facente parte dell'antica Collezione Settala (XVII Secolo).

Il reperto risalente ad almeno il periodo 1640 - 1660, è di uno dei più grandi e antichi conservati al mondo.

Circonferenza mascella superiore: 100 cm
Circonferenza mascella inferiore: 88 cm
Lunghezza totale stimata dell'esemplare: 640 cm

 

 

I denti superiori e inferiori sono molto simili tra loro, con la differenza che quelli superiori sono marcatamente triangolari, mentre gli inferiori sono leggermente più stretti e slanciati:

a destra la vista linguale di una coppia di denti superiore e inferiore, a sinistra la vista labiale della medesima coppia.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, faccia anteriore.

 

 

 Dente di Carcharodon carcharias, particolare faccia anteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, faccia posteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, particolare faccia posteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, faccia anteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, particolare faccia anteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, faccia posteriore.

 

 

Dente di Carcharodon carcharias, particolare faccia posteriore.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

14. Dieta

 

Il Grande Squalo Bianco ha una dieta molto varia, che muta in funzione delle prede disponibili in una determinata area e all'età degli esemplari.

punto elenco

Fase giovanile: pesci ossei, piccoli squali e razze.

punto elenco

Fase adulta: squali, razze, pesci ossei, otarie, leoni di mare, delfini, grasso di balena (prelevato dalle carcasse), calamari, uccelli marini, tartarughe, granchi, gasteropodi.

 

 

Le otarie sono tra le prede preferite di Carcharodon carcharias.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

15. Habitat

 

punto elenco

Si tratta di una specie soprattutto costiera e delle zone al largo delle piattaforme continentali ed insulari, grandi individui sono frequenti al largo delle isole oceaniche dimostrando la propensione alle escursioni epipelagiche.

punto elenco

Frequentemente si avvicina alla riva sino alla linea dei frangenti, e può arrivare anche in acque molto basse, soprattutto se quest’ultime sono confinanti con zone profonde.

punto elenco

Predilige come zone di caccia le isole continentali lontano dalla costa popolate da colonie di pinnipedi, sue prede usuali.

punto elenco

Preferisce mantenersi nelle acque superficiali, comprese tra i 13 e i 32 metri anche se può spingere sino a profondità molto elevate, almeno 1.875 m.

punto elenco

Sembra gradire maggiormente le acque con la temperatura in superficie compresa tra i 15 e i 22 °C; la gamma conosciuta di temperatura del mare in superficie è compresa tra i 7 e i 27 °C; mentre la temperatura minima registrata in profondità è 4 °C.

 

 

Le isole rocciose lontano dalla costa popolate da pinnipedi sono tra i territori di caccia preferiti del Grande Squalo Bianco.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

16. Distribuzione

 

punto elenco

Cosmopolita: dai mari freddi, ai mari temperati, a quelli tropicali.

punto elenco

Si presenta principalmente nei mari temperati, ma gli individui più grandi penetrano nelle acque tropicali e, più sporadicamente, le acque fredde.

punto elenco

La sua presenza è nota in tutto il Mar Mediterraneo. Nell'Oceano Atlantico orientale dalle coste atlantiche francesi, sino al largo del Sudafrica. Nell'Oceano Indiano è stato documentato al largo del Sudafrica, del Madagascar, Zanzibar, delle Isole Seychelles, Isole Reunion, Isole Mauritius, in Mar Rosso e al largo delle coste occidentali e meridionali australiane. Nell'Oceano Pacifico occidentale al largo delle coste orientali australiane, e da nord a sud dalla Siberia alla Nuova Zelanda, in quello centrale alle Isole Marshall, e Isole Hawaii, mentre nell'Oceano Pacifico occidentale lungo le coste dell'Alasca sino al Golfo della California, lungo le coste di Panama e del Cile. Nell'Oceano Atlantico occidentale da Terranova alla Florida, nel Golfo del Messico, alle Isole Bahamas, al largo di Cuba e lungo le coste del Brasile e dell'Argentina.

punto elenco

Gli esemplari di taglia inferiore ai 3 metri sembrano prediligere le acque temperate, mentre quelli superiori hanno una gamma di distribuzione più estesa.

punto elenco

Probabilmente si tratta di una delle specie di squali tra le più ampiamente distribuite.

punto elenco

Anche se le informazioni sugli spostamenti sono limitate dalla relativa rarità del Grande Squalo Bianco, i dati emersi dai vari programmi di marcatura rivelerebbero che sono capaci di compiere spostamenti sia su scale regionali che intercontinentali. Generalmente i grandi esemplari intraprendono lunghi viaggi attraverso i grandi bacini oceanici, tuttavia questi dati forniscono solo una marginale documentazione della reale distribuzione del Grande Squalo Bianco.

 

 

Distribuzione mondiale del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

17. Presenze

 

punto elenco

Da raro a sporadico rispetto ad altri squali.

punto elenco

In base alla stagione può essere molto frequente attorno alle isole rocciose in mare aperto frequentate da pinnipedi.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

18. Strategie predatorie

 

In base alle prede cacciate, gli squali bianchi hanno evoluto diverse tattiche predatorie, sia diurne che notturne, impiegate in base ai fattori ambientali e alle condizioni naturali o meteo marine del luogo o del momento.

E' ormai inoltre noto che questi squali apprendano dalle esperienze passate e adeguino le loro strategie al mutare delle tattiche difensive delle prede e ai diversi contesti ambientali.

Il comportamento predatorio degli squali è solitamente suddiviso in cinque fasi:

punto elenco

rilevazione della possibile preda,

punto elenco

identificazione della preda,

punto elenco

avvicinamento,

punto elenco

attacco,

punto elenco

alimentazione.

Tuttavia, queste fasi nel Grande Squalo Bianco, sono di più difficile interpretazione, in particolar modo le prime due. I modelli di rilevazione della possibile preda e di identificazione della preda, sono stati studiati attraverso l’utilizzo di prede sperimentali. I risultati hanno evidenziato che quando gli squali si trovano di fronte a poter scegliere due possibili obbiettivi, ad esempio uno di forma insolita per il loro ambiente e uno riproducente la sagoma fusiforme di un mammifero marino, selezionano la forma che è più comune nel loro habitat. Effettivamente la scelta che viene operata in natura solitamente è se rispondere ad un singolo stimolo di una potenziale preda piuttosto che la scelta tra due diverse tra loro. Quando un singolo oggetto è stato presentato, questo è stato invariabilmente investigato. Alcuni studiosi ritengono che la silhouette dei nuotatori, degli snorkelisti e dei surfisti, osservata dal basso verso l’alto assomigli a quella dei pinnipedi o delle tartarughe marine e che questa identificazione errata sia la causa della maggior parte degli attacchi di squalo nei confronti degli esseri umani. Tuttavia, il fatto che gli squali bianchi attacchino gli oggetti inanimati di una varietà di  figure, di formati e di colori, nessuno dei quali assomiglia a quelli di un mammifero marino, contrasta con l’ipotesi ben nota della “mistaken identity” (identificazione errata). Gli scienziati suggeriscono che gli squali bianchi colpiscano o attacchino frequentemente gli oggetti sconosciuti per determinarne le potenzialità alimentari. Secondo questa ipotesi azzannare un oggetto sconosciuto sarebbe l’unico metodo per poterne valutare la commestibilità.

Sulla base delle osservazioni subacquee, gli studiosi hanno riscontrato diverse tecniche di avvicinamento. La maggior parte degli squali osservati dimostra utilizzare un avvicinamento subacqueo “underwater approach” in cui lo squalo nuota appena sotto la superficie fino a circa un metro dalla possibile preda, quindi sferra l’attacco deviando la testa verso l’alto ed emergendo dall’acqua.  Sono stati osservati anche attacchi con veloci balzi con il corpo che usciva solo parzialmente dalla superficie dell’acqua “surface-charge”. In altri casi più rari, gli squali bianchi utilizzano un attacco invertito “inverted approach” nel quale si presentano con il lato ventrale verso l’alto. Nonostante la maggior parte degli attacchi pare sia orientata orizzontalmente, gli attacchi verticali sono comunque molto comuni.

Ci sono grandi vantaggi nel compiere attacchi dal basso verso l’alto: in primo luogo un assalto di questo tipo pone il predatore in una condizione di considerevole superiorità, in quanto in virtù del suo colore dorsale scuro rimane praticamente invisibile dalla preda sino all’ultimo istante, in secondo luogo, le prede sono nella condizione esattamente opposta, ossia nettamente visibili stagliate in controluce; in terzo luogo, nell’attimo dell’assalto la preda rimane “bloccata” contro la superficie perdendo la possibilità di fuggire nella direzione opposta dalla quale viene attaccata. A causa della massa e della grande velocità dell'assalto del Grande Squalo Bianco, la preda frequentemente viene addirittura sbalzata fuori dall'acqua. In molte occasioni è lo squalo stesso a compiere straordinari salti fuori dall'acqua.

La propensione a compiere attacchi verticali dal basso verso l’alto, è concomitante ai cambiamenti fisici conseguenti la crescita dell’animale, come l’ampliamento dei denti che si ritiene sia un adattamento per l’alimentazione sui mammiferi marini.

Poche ipotesi circa i comportamenti alimentari degli squali bianchi sono state compiute basandosi su osservazioni in circostanze realmente naturali, una delle più conosciute detta “bite, spit and wait” (mordi, sputa e attendi), si compone di tre fasi:

punto elenco

inizialmente lo squalo azzanna la preda e la rilascia,

punto elenco

lo squalo poi attende che essa muoia per lo shock o per il dissanguamento,

punto elenco

 successivamente ritorna per alimentarsi dell’animale morente o già morto.

Tuttavia, osservazioni recenti fanno ritenere che la motivazione principale sia che gli squali, solo assaggiando, possano decidere dal sapore a loro gradevole o meno, se una preda sia idonea alla loro alimentazione.

È ormai ampliamente verificato che gli squali bianchi preferiscono nutrirsi di animali ricchi di grasso altamente energetico, rispetto a prede energeticamente povere. Queste considerazioni sono sostenute dalle numerose osservazioni di aggregazioni di squali bianchi documentati alimentarsi selettivamente di grasso di carcasse di balena e non sugli strati di muscolo.

Sono stati osservati anche casi in cui esemplari di taglia media, in presenza di possibili prede, nuotavano tutti nella stessa area, mostrandosi a turno, con lo scopo di disorientare la vittima, lasciando ipotizzare (ma non tutti gli studiosi sono concordi su quest’argomento) che fosse in atto una sofisticata tattica coordinata di caccia di gruppo, come se i diversi squali, alternativamente, avessero il compito di distrarre l'attenzione della vittima per consentire ad un preciso esemplare preposto di sferrare l'attacco di sorpresa finale. Ciò farebbe emergere l'esistenza di un comportamento sociale ben più evoluto di quanto sin d'ora teorizzato. Nelle medesime osservazioni è anche emerso che una volta uccisa la preda, gli esemplari si alimentavano sempre individualmente secondo un ordine gerarchico ben stabilito.

Gli esemplari maggiori, al contrario, cacciano sempre individualmente prediligendo gli attacchi di sorpresa dal basso o da dietro, con l'obbiettivo di limitare al massimo sia i rischi di ferite nella lotta con le prede, che il dispendio energetico.

Gli assalti vengono compiuti preferibilmente nella zona addominale o in prossimità del peduncolo caudale, causando devastanti ferite e gravi mutilazioni. Questa tecnica è ottimale per cogliere di sorpresa pesci veloci, come ad esempio i tonni o i pesci spada, che vengono feriti gravemente e praticamente immobilizzati al primo assalto, per poi essere lasciati morire dissanguati. Lo squalo quindi si allontana, ma senza lasciare la zona, in modo di minimizzare i rischi di possibili traumi causati dalla strenua difesa delle prede, per poi ritornare con calma a terminare il pasto. La medesima strategia di assalto dal basso o da dietro verso la regione caudale, è fondamentale per evitare di essere individuati dal sonar naturale dei cetacei, collocato nel melone posto nella zona frontale della scatola cranica, che consente solamente una localizzazione anteriore e solo parzialmente laterale.

Per raggiungere la velocità necessaria per compiere con successo gli assalti verticali che si concludono frequentemente con incredibili slanci aerei, il Grande Squalo Bianco ha bisogno di una profondità di almeno 12-15 metri. Questi si verificano di norma attorno alle isole rocciose colonizzate da mammiferi marini, negli orari in cui le possibili prede lasciano, o fanno ritorno alle sicure coste. Gli squali in caccia pertanto sono indotti a pattugliare sistematicamente i tratti di mare  dove i fondali hanno dei ripidi salti che raggiungono almeno tali profondità.

Perchè si verifichino questo tipo di assalti sono necessarie le seguenti condizioni:

punto elenco

il sole deve essere basso sull'orizzonte, in modo che la maggior parte dei suoi raggi si rifletta sulla superficie dell'acqua, orientativamente dalle 5:00 alle 7:00 del mattino e nel tardo pomeriggio prima del tramonto, in quanto nelle ore centrali della giornata il sole alto farebbe penetrare la luce in profondità, svelando più facilmente la presenza del predatore.

punto elenco

La condizione migliore viene ottenuta con il cielo nuvoloso.

punto elenco

Il mare non deve presentare onde lunghe, i cui effetti giungono sino alla profondità dove si trovano gli squali in agguato, che risentendo anch'essi dei movimenti potrebbero essere scorti.

punto elenco

Le onde corte, al contrario generano finissime bollicine in sospensione nell'acqua, celando ancor meglio l'aggressore.

 

 

L'immagine rappresenta le migliori condizioni che consentono al Grande Squalo Bianco di sferrare un attacco verticale: sole basso sull'orizzonte - o meglio ancora - cielo coperto, onde brevi che generano minuscole bollicine in sospensione nell'acqua, fondale che presenta un ripido salto verticale che raggiunge una profondità di almeno 12 - 15 m,.

Illustrazione di Vittorio Gabriotti

 

Gli squali in questa situazione fanno affidamento al loro colore dorsale scuro che li rende praticamente invisibili alle prede nel bassissimo contrasto tra le scure rocce del fondo e le alghe, mentre al contempo riescono a scorgere perfettamente stagliati in controluce i pinnipedi in superficie. Individuata la preda propizia, lo squalo, senza nessuna esitazione, le si scaglia contro nuotando a velocità elevatissima, tale sino da fargli compiere prodigiosi, quanto spettacolari, balzi fuori dall'acqua.

 

 

L'ultimo istante di un assalto del Grande Squalo Bianco (Carcharodon carcharias).

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

19. Comportamenti di competizione intraspecifica e interspecifica

 

Per lungo tempo considerati erroneamente animali poco intelligenti e primitivi, gli squali hanno mostrato, al contrario, comportamenti complessi ed assai interessanti, molto simili a quelli ostentati da numerosi vertebrati ritenuti superiori.

Numerosi squali, tra cui il Grande Squalo Bianco, esibiscono comportamenti di minaccia ritualizzando combattimenti ed aggressioni per stabilire la supremazia di un individuo sull'avversario.

Per i grandi predatori, dotati di armi micidiali, è fondamentale stabilire gli ordini gerarchici senza lotte feroci che avrebbero risultati eccessivamente cruenti, con effetti devastanti sulla sopravvivenza della stessa specie.

Sui corpi di numerosi esemplari, sia sessualmente maturi che immaturi, di entrambi i sessi, sono chiaramente riconoscibili le cicatrici delle ferite lasciate durante questi combattimenti ritualizzati, che pertanto non sono riconducibili ai conosciuti morsi d'amore utilizzati dal maschio per invitare e trattenere la femmina durante l'accoppiamento.

In taluni casi di competizione intraspecifica  (tra squali della stessa specie), come in presenza di una fonte di cibo, sono state documentate gare di spruzzi effettuate colpendo violentemente la superficie dell’acqua con la pinna caudale. Questo comportamento definito "tail slap" (schiaffi caudali) o "splash fights" (lotta di spruzzi), avviene in direzione dell'antagonista, ma senza arrivare ad uno scontro diretto. Il rivale pertanto percepisce il messaggio sia con la vista, che con l'udito, che con la linea laterale sotto forma di onde di pressione.

 

 

Tail slap o splash fights.

 

 Un comportamento simile, ma dal messaggio più intenso, parrebbe essere il "pattern breach" nel quale lo squalo balza con due terzi del suo corpo fuori dall'acqua per atterrare orizzontale con fragorosi spruzzi. Più semplicemente, questo stesso comportamento, potrebbe anche essere usato per contribuire a rimuovere i parassiti dal corpo o attirare un partner durante il corteggiamento, ma può altresì essere il risultato di un fallito assalto verticale verso una preda.

 

 

Pattern breach.

 

Gli squali bianchi sono stati osservati anche ruotare su un lato esasperando i colpi di coda in una direzione "tilting behavior" (comportamento inclinato).

Le gerarchie vengono stabilite anche attraverso un più sottile linguaggio del corpo, come abbassare le pinne pettorali ed aprire parzialmente la bocca o mordendo a scatti a vuoto l'acqua.

Parimenti le gerarchie provvisorie in presenza di cibo vengono generalmente stabilite in base alla taglia, l'esemplare visibilmente più grosso nuota deciso in rotta di collisione frontale verso un secondo esemplare, il quale in segnale di sottomissione cede il passo virando per primo. Oppure uno squalo si posiziona tra la preda e un secondo squalo, impedendo a quest'ultimo di alimentarsi. Un atteggiamento osservato nell'Australia meridionale è il "repetitive aerial gaping" (apertura aerea ripetuta) in cui gli squali emergono con le loro teste dall'acqua, aprendo e chiudendo parzialmente, adagio e ritmicamente la bocca, mentre nuotano lentamente in superficie. La differenza sostanziale tra questo comportamento e la normale alimentazione in superficie è che il "repetitive aerial gaping" non è diretto verso la fonte di cibo o la possibile preda.

 

 

Repetitive aerial gaping.

 

In caso di dimensioni simili, si sono osservati squali nuotare paralleli fianco a fianco, al fine di valutare le reciproche dimensioni e far intimorire il contendente, sino a quando l'esemplare più piccolo desiste e lascia via libera al rivale.

 

 

Parallel swimming.

 

Generalmente l'esibizione di tutti questi comportamenti è stata osservata con esemplari di dimensioni simili, senza una particolare distinzione tra i sessi, e solo molto raramente con animali di dimensioni decisamente diverse, in quanto in quest'ultimo caso, la gerarchia è immediatamente ed inequivocabilmente stabilita già dalla differenza dimensionale.

Nel caso invece di individui di proporzioni simili, vengono ostentati rituali  esibiti attraverso un sottile linguaggio del corpo, volti a sottomettere l'avversario stabilendo in maniera chiara la supremazia di un individuo sull'avversario, senza lotte feroci che in animali dotati di micidiali mandibole, porterebbero risultati  controproducenti anche sull'esemplare che dovesse prevalere.

 

 

Pigghy backing.

 

 

 

Follow.

 

 

 

Swim By.

 

 

 

Give Way with Jaw Gape.

 

 

 

Follow Give Way.

 

Tutto ciò confermerebbe che generalmente gli squali presentino comportamenti intraspecifici molto più pacifici di numerosi altri animali (pesci, uccelli e mammiferi - uomo compreso).

Relativamente all’aggressione interspecifica (verso animali di specie diverse), si è riscontrato che gli squali bianchi sono decisamente dominanti su tutte le altre. Ad esempio, in abbondante presenza di cibo, come nei pressi di una carcassa di balena, le gerarchie si stabiliscono subito: mentre gli squali bianchi si cibano a turno uno dopo l'altro, o al massimo in due, badando di stare ben distanti sui lati opposti della carcassa, le verdesche Prionace glauca sono costrette ad attendere a debita distanza, o al massimo possono approfittare solo di qualche piccolissimo brandello portato loro dalla corrente.

 

 

Le gerarchie vengono generalmente stabilite in base alla taglia attraverso un sottile linguaggio del corpo, come abbassare le pinne pettorali ed aprire parzialmente la bocca. In presenza di cibo, l'esemplare visibilmente più grosso nuota deciso in rotta di collisione frontale verso un secondo esemplare, il quale in segnale di sottomissione cede il passo virando per primo.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

20. Predatori

 

punto elenco

Gli esseri umani rappresentano la minaccia più grande alla sopravvivenza di questa specie.

punto elenco

In natura non esistono predatori, se si escludono le possibili predazioni comunque eccezionali effettuate da orche (Orcinus orca) e dagli esemplari conspecifici più grandi.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

21. Pericolo per gli esseri umani

 

punto elenco

Estremo: questa specie è responsabile di numerosi attacchi non provocati agli esseri umani (bagnanti, nuotatori, surfisti, kayakers e subacquei), molti di loro mortali.

punto elenco

Molti attacchi imputati in passato al Grande Squalo Bianco sono in realtà attribuibili a diversi Carcarinidi, in particolar modo al Carcharhinus leucas e allo Squalo Tigre (Galeocerdo cuvier).

punto elenco

Numerosi subacquei che hanno incontrato il Grande Squalo Bianco in immersione, sono stati avvicinati ed osservati senza che questo mostrasse segni di aggressività.

punto elenco

Nei casi in cui gli attacchi sono sicuramente imputabili al Grande Squalo Bianco, una percentuale molto considerevole (intorno al 74%) si è rivelata non fatale. Si è propensi a supporre pertanto che in realtà si tratti di un errore di identificazione da parte dello squalo che scambia l’uomo per una delle sue prede abituali rilasciandolo subito dopo il primo morso. È di conseguenza ipotizzabile che taluni attacchi si verifichino solo con l’intenzione di valutare la commestibilità degli oggetti incontrati; questo spiegherebbe perché gli squali attacchino inspiegabilmente una varietà così diversa di oggetti per forma, colore e dimensione e del perché spesso non portino un assalto finale dopo il primo assaggio.

punto elenco

Un singolo morso di valutazione, compiuto senza serrare completamente le mascelle, purtroppo però può infliggere ferite dagli esiti mortali a causa delle gravissime lacerazioni, dei traumi, della recisione di importanti arterie e dello shock conseguente.

 

Cartello di avvertimento esposto in numerose spiagge australiane

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

22. Nomi regionali e locali italiani

 

Esiste una grande varietà di nomi locali e dialettali, molti dei quali caduti in disuso, ma molti ancora utilizzati nel linguaggio del luogo e dai pescatori.

 
punto elenco

Liguria: pesciu can, pescio can (Genova), cagnasson de fondo (Genova)

punto elenco

Toscana: pesce hane (Livorno)

punto elenco

Lazio: canesca (Roma)

punto elenco

Sardegna: canusu (Olbia), pisci cani (Cagliari)

punto elenco

Campania: mangia alice (Napoli), damiano

punto elenco

Calabria: palumbina, pisci cani (Catanzaro)

punto elenco

Sicilia:  pisci mastinu, mastinu feru, caniscu, pisci cani grossu, lamia, imbestinu, mbistinu (Palermo), pisci bistinu (Messina), pisci cani (Messina), tonnu palamitu di funnu (Catania)

punto elenco

Puglia: pesce cane

punto elenco

Veneto: cagnia

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

23. Nomi comuni in altre lingue

 

Conosciuto scientificamente come Carcharodon carcharias, in ogni paese del mondo viene chiamato con una moltitudine di nomi locali e dialettali caratteristici.

Questa specie viene percepita come la più pericolosa tra tutti gli squali per gli esseri umani, di conseguenza, molti dei nomi folcloristici lo identificano come animale malvagio anche in quei luoghi dove mai si sono verificate aggressioni nei confronti degli esseri umani.

 
punto elenco

Albania: peshkaqen njeringrenes

punto elenco

Algeria: kalb bahr

punto elenco

Australia: Great White Shark, white pointer, white death, tommy shark

punto elenco

Canada: Great White Shark, mangeur d'homme, grand requin blanc

punto elenco

Croazia: velika bijela psina, pas ljudozder

punto elenco

Cuba: devorador de hombres, jaquetón de ley

punto elenco

Danimarca: blå haj, store hvide haj, menneskehaj

punto elenco

Egitto: wahsh

punto elenco

Filippine: pating

punto elenco

Finlandia: valkohai

punto elenco

Francia: grand requin blanc, requin blanc, requin mangeur d'homme, lamie, carcharodonte

punto elenco

Germania: großer weißer hai, menschenhai, weißhai

punto elenco

Grecia: sbrillias, skylópsaro sbríllios, carcharos

punto elenco

Giappone: hôjiro, hohojirozame

punto elenco

Gran Bretagna: Great White Shark, man-eater Shark

punto elenco

Israele: karish lava

punto elenco

Italia: pescecane, grande squalo bianco, squalo bianco

punto elenco

Malta: kelb il-bahar, kelb-il-bahar abjad, silfjun, huta tax-xmara

punto elenco

Marocco: kalb bahr

punto elenco

Norvegia: hvithai

punto elenco

Nuova Zelanda: mango-taniwha, mango-ururoa

punto elenco

Olanda: mensen haai, witte haai, tribon blancu (Antille Olandesi)

punto elenco

Perù: tiburón antropófago

punto elenco

Polonia: zarlacz ludojad

punto elenco

Portogallo: tubarão de São Tomé, tubarãos branco, tibarão-come-homens

punto elenco

Repubblica Ceca: žralok bílý veliký

punto elenco

Romania: rechin alb, rechin mancator de oameni

punto elenco

Russia: geldevaja akula

punto elenco

Serbia: sas modrulj

punto elenco

Slovenia: beli morski volk

punto elenco

Spagna: jaquetón blanco, jaquetón, tiburón blanco, devorador de hombres, marrajo, tauró blanc (Catalunya), salroig (Majorca), marraco (Barcelona), sarda (Canarie)

punto elenco

Stati Uniti: Great White Shark, maneater

punto elenco

Sudafrica: Great White Shark, blue pointer, tommy shark, uptail, witdoodshaai (Afrikaans)

punto elenco

Svezia: stora, vita hajen, jätte-håbrand, stor vit haj, vithaj

punto elenco

Tunisia: kalb bahr

punto elenco

Turchia: karkarias

punto elenco

Yugoslavia: pas modrulj, pas liudozder

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

24. Ecoturismo

 

Numerose organizzazioni di ecoturismo si sono sviluppate attorno al mondo nei principali luoghi frequentati da questo predatore: al largo dell’Australia meridionale, del Sudafrica e della California.

Ciò ha contribuito a portare una miglior conoscenza tra il grande pubblico dei problemi legati alla sopravvivenza degli squali, contribuendo alla sensibilizzazione verso la necessità di una protezione efficace a livello mondiale.

Per contro, attualmente, vi è molto conflitto tra gli operatori turistici che sostengono il diritto di poter portare gli appassionati ad osservare gli squali nel loro ambiente naturale, ed i ricercatori che ritengono che le attività di turismo interferiscono con le loro ricerche.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

25. Protezione

 

Il Grande Squalo Bianco raggiunge molto tardi la maturità sessuale, ha un lungo periodo di gestazione e partorisce un esiguo numero di piccoli, in un ambiente dove è altissima la competizione e la selezione naturale.

Lo sterminio perpetrato dall'uomo per i più diversi motivi ha ormai drammaticamente decimato le popolazioni di squali rendendone sempre più difficile la ripresa.

Purtroppo oggi il Grande Squalo Bianco è una specie protetta localmente solo in Sudafrica, in Namibia, alle  Maldive, in Australia, in California, nel litorale atlantico degli Stati Uniti, nel Golfo del Messico e in Florida.

Il Grande Squalo Bianco è incluso nell'appendice 2 del Protocollo sulle aree specialmente protette  e sulla biodiversità della convenzione di Barcellona del 1996 e dal 1999 ed è formalmente protetto nelle acque dell'Italia e di Malta, unici Stati che hanno ratificato le decisioni della convenzione di Barcellona.

In Italia è pertanto protetto, sulla carta. Di fatto non sono previste sanzioni ed il controllo è inadeguato.

A tutt'oggi nel mondo continua a perdurare quasi indisturbata un'ignobile rete di mercato nero che perpetua la vendita di mascelle e denti di squali uccisi appositamente solo per questo scopo.

Nell'agosto 2005 il Grande Squalo Bianco è stato finalmente incluso nell'APPENDICE II ALLEGATO B della lista CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora - Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie in Pericolo di fauna e flora selvaggia), conseguendo la protezione internazionale, se questo a qualcosa può servire, mancando in realtà i veri controlli nei luoghi di possibile cattura.

 

La conservazione degli squali è però inseparabile dalla salvaguardia del loro habitat, delle catene alimentari e dell’ambiente marino.

Questa potrà essere attuata solo con una cooperazione internazionale volta alla gestione razionale ed all'utilizzo sostenibile delle risorse marine disponibili, unita al mantenimento della popolazione mondiale entro i livelli compatibili con le risorse disponibili.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

26. Raccolta dati e schede per la segnalazione avvistamenti

 

In caso di osservazione subacquea, di avvistamento da riva o da una barca, nell'eventualità di pesca o cattura di squali in Mar Mediterraneo, è di grande importanza raccogliere il maggior numero possibile di dati ed informazioni, da mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale per contribuire significativamente al proseguimento dei vari programmi di ricerca in atto.

Le osservazioni sono di enorme valore per ampliare le conoscenze su questi animali in ogni settore, e contribuire di conseguenza anche alla loro salvaguardia e protezione. Saranno considerate sicuramente molto utili anche segnalazioni incomplete o lacunose, infatti non è escluso che successivamente sia possibile effettuare degli approfondimenti.

 

Per collaborare alle segnalazioni è possibile salvare come immagine e stampare le schede di seguito allegate, compilandole con la maggior cura possibile come indicato nelle istruzioni.

Le schede compilate ci potranno poi essere fatte pervenire via e-mail o via fax agli indirizzi e numeri indicati.

 

Più precisamente, le schede sono le seguenti:

 

punto elenco

Scheda A - SEGNALAZIONE/OSSERVAZIONE SQUALI.

Fornisce tutti i dati di base per la ricostruzione della segnalazione.

 

punto elenco

Scheda B - MISURE MORFOMETRICHE BASE E DATI OSSERVAZIONE.

Da compilare congiuntamente alla Scheda A, fornisce tutti i dati morfometrici di base e i dati precisi di tutte le rilevazioni ed osservazioni.

 

punto elenco

Scheda C1 - SCHEMI DI RILEVAZIONE MISURE MORFOMETRICHE BASE.

Fornisce le indicazioni su come effettuare esattamente le misurazioni morfometriche del corpo e dei particolari anatomici.

 

punto elenco

Schede C2/C3/C4 - SCHEMI DI RILEVAZIONE MISURE DENTI, DENTELLATURA, MASCELLE e RILEVAZIONE COLORAZIONE E SEGNI DISTINTIVI.

Fornisce le indicazioni su come effettuare esattamente le misurazioni morfometriche dei denti, delle mascelle e sulla rilevazione della colorazione e dei segni distintivi.

 
punto elenco

Scheda D (2 pagine) - ISTRUZIONI DI COMPILAZIONE E MISURAZIONE.

Fornisce tutte le istruzioni sulla raccolta e sul rilevamento corretto dei dati e (con l'ausilio delle Schede C1, C2, C3, C4), sulla compilazione delle Schede A e B.

 

 

 

Scheda A - SEGNALAZIONE/OSSERVAZIONE SQUALI

 

 

 

Scheda B - MISURE MORFOMETRICHE BASE E DATI OSSERVAZIONE

 

 

 

Scheda C1 - SCHEMI DI MISURAZIONE MISURE MORFOMETRICHE BASE

 

 

 

Schede C2/C3/C4 - SCHEMI DI MISURAZIONE MISURE MORFOMETRICHE BASE

                   e RILEVAZIONE COLORAZIONE E SEGNI DISTINTIVI

 

 

 

Scheda D (pagina 1 di 2) - ISTRUZIONI DI COMPILAZIONE E MISURAZIONE

 

 

 

Scheda D (pagina 2 di 2) - ISTRUZIONI DI COMPILAZIONE E MISURAZIONE

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

27. La più leggendaria delle creature

 

Il Grande Squalo Bianco, uno dei supremi predatori del mare, è una creatura profondamente affascinante per molte persone.

Malgrado l’odierno enorme interesse scientifico e popolare suscitato per questo formidabile predatore, esso rimane una tra le più incomprese delle creature del mare.

È una combinazione intensamente seducente di grandi dimensioni, carisma, minaccia ed il mistero, che rende il Grande Squalo Bianco il mostro moderno che molta gente trova irresistibile.

Chi ha la fortuna di poterlo ammirare riceve immediatamente l’impressione di trovarsi di fronte ad un’animale straordinario, caratterizzato da una colorazione dorsale e ventrale contrastante, grandi occhi scuri e un sorriso enigmatico con una personalità affascinante: una miscela misteriosa di curiosità e timidezza che contrasta con la sua fama di terrificante leviatano.

Più aumenteranno le persone capaci di apprezzare questa bellezza, unita alla consapevolezza del suo immenso valore nell'ecosistema marino, più cresceranno le probabilità di sopravvivenza di questo splendido selvaggio del mare.

 

 

Carcharodon carcharias: l'animale più affascinante della terra.

 

 

[top] - [home page]

 

 

 

 

 

 

 

 

© Vittorio Gabriotti 2005

 

 

 

 

 

[home page]